Modello 231 e Fattori ESG

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di Fabrizio Cafasso

Il recente documento di ricerca del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC) intitolato “Modello 231 e fattori ESG: l’importanza di una virtuosa connessione” evidenzia come l’integrazione tra il Modello 231 e i fattori ESG (Environmental, Social, Governance) possa rappresentare un’importante leva strategica per le aziende italiane.

Ogni pilastro fa riferimento a un insieme specifico di criteri come l’impegno ambientale, il rispetto dei valori aziendali e se un’azienda agisce con accuratezza e trasparenza o meno.

Evoluzione della Sostenibilità Aziendale

Negli ultimi anni, la sostenibilità è diventata un tema centrale per le aziende, non solo in termini ambientali ma anche sociali e di governance.

La transizione verso un’economia più sostenibile è stata accelerata dalla crescente attenzione degli stakeholder verso pratiche aziendali responsabili.

Questo cambiamento è ben rappresentato nel passaggio dalla semplice continuità aziendale alla sostenibilità complessiva, dove i fattori ESG diventano cruciali per la valutazione dell’affidabilità e del valore di un’impresa.

Il Ruolo del Modello 231

Il decreto legislativo 231/2001 ha introdotto in Italia un sistema di responsabilità amministrativa per le società, finalizzato a prevenire la commissione di reati all’interno delle aziende.

L’adozione di un Modello 231 ben strutturato non solo aiuta a mitigare i rischi legali, ma può anche fungere da strumento efficace per migliorare le pratiche di governance aziendale.

In particolare, il Modello 231 può essere integrato con le strategie ESG, rafforzando la compliance e promuovendo una gestione aziendale più responsabile e sostenibile.

Connessioni tra ESG e Modello 231

Il documento sottolinea come i fattori ESG siano strettamente correlati ai rischi previsti dal “Catalogo 231”, che elenca i reati per i quali è prevista la responsabilità amministrativa dell’ente.

Ad esempio, la prevenzione dei reati ambientali (E), la tutela dei diritti dei lavoratori (S), e la promozione di pratiche commerciali corrette (G) sono tutte aree in cui il Modello 231 può essere applicato efficacemente per migliorare la sostenibilità aziendale.

Queste connessioni rafforzano l’idea che un approccio integrato alla compliance possa aumentare la trasparenza e la fiducia degli stakeholder.

Impatti sui Rating di Legalità e ESG

Un ulteriore punto di contatto tra il Modello 231 e i fattori ESG riguarda i rating di legalità e ESG. Il rating di legalità, attribuito dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), valuta le aziende in base a criteri di legalità e trasparenza.

L’adozione del Modello 231 può contribuire ad ottenere un punteggio più elevato in questi rating, dimostrando l’impegno dell’azienda nella gestione etica e responsabile delle proprie attività.

Questo, a sua volta, può influenzare positivamente anche i rating ESG, rendendo l’azienda più attraente per investitori e partner commerciali.

Conclusioni

Il documento del CNDCEC mette in luce come l’integrazione tra il Modello 231 e i fattori ESG rappresenti non solo una necessità normativa, ma anche un’opportunità strategica per le aziende italiane.

Adottare un approccio integrato alla compliance può migliorare la governance aziendale, ridurre i rischi legali e promuovere una crescita sostenibile. In un contesto in cui la sostenibilità diventa sempre più un fattore chiave di competitività, le aziende che sapranno integrare efficacemente questi strumenti avranno un vantaggio significativo nel mercato globale.

Per maggiori approfondimenti link dell’allegato dell’informativa 92/2024 clicca qui