Generative Bionics raccoglie 70 milioni per sviluppare la nuova generazione di umanoidi intelligenti made in Italy

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Nel panorama europeo della deep tech c’è un nuovo protagonista destinato a lasciare il segno. Si chiama Generative Bionics ed è la startup nata all’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) che sta sviluppando una nuova generazione di robot umanoidi intelligenti made in Italy. Oggi l’azienda compie un salto decisivo: ha chiuso un round da 70 milioni di euro, uno dei più consistenti in Europa nel settore della robotica umanoide.

A guidare l’operazione è il Fondo Intelligenza Artificiale di Cdp Venture Capital, affiancato da investitori di rilievo globale come Amd Ventures, Duferco, Eni Next, RoboIT e Tether. Una squadra che conferma l’interesse crescente, industriale e finanziario, verso un ambito destinato a ridisegnare il futuro del lavoro.

L’ambizione: portare gli umanoidi nelle fabbriche

Alla guida dell’azienda c’è Daniele Pucci, amministratore delegato e co-fondatore. La sua visione è chiara: creare robot umanoidi in grado di collaborare quotidianamente con le persone, supportandole in compiti ripetitivi, pericolosi o particolarmente gravosi. Dalla produzione alla logistica, dalla sanità al retail, l’obiettivo è inserirli in ambienti operativi reali, favorendo un’interazione naturale e sicura.

“La nostra missione è costruire un futuro in cui robot umanoidi intelligenti amplifichino il potenziale cognitivo e fisico umano”, spiega Pucci. Al centro c’è la cosiddetta IA fisica, una fusione tra robotica avanzata e intelligenza artificiale che guida la progettazione di sistemi ispirati all’uomo, ma ottimizzati per l’uso industriale. Il mercato, del resto, promette scenari di crescita senza precedenti: secondo analisi internazionali, la robotica umanoide potrebbe valere 200 miliardi di euro entro il 2035, per superare i 5 trilioni di dollari nel 2050. Una prospettiva che rende la partita ancora più strategica.

Un’eccellenza italiana pronta al salto industriale

L’Istituto Italiano di Tecnologia rappresenta il cuore scientifico da cui nasce Generative Bionics. Con il round appena chiuso, circa 70 ingegneri dell’Iit entrano nella divisione tecnica dell’azienda, affiancati da specialisti in certificazione, industrializzazione e produzione.

Il capitale raccolto servirà ad accelerare lo sviluppo del prodotto, l’addestramento dei sistemi di IA fisica, la validazione industriale e, soprattutto, la costruzione del primo impianto produttivo. Parallelamente, l’azienda sta finalizzando i primi contratti di distribuzione industriale che verranno annunciati a inizio 2026, segnando l’ingresso effettivo degli umanoidi in ambienti produttivi reali.

CDP Venture Capital: “Un’opportunità irripetibile per l’Italia”

Per CDP Venture Capital, che sostiene Generative Bionics sin dalla fase di prototipazione attraverso il RoboIT Technology Transfer Hub, l’operazione ha un valore strategico. “Lo sviluppo di robot umanoidi intelligenti è un’opportunità irripetibile per il nostro Paese”, sottolinea Alessandro Scortecci, direttore investimenti diretti. L’Italia può infatti mettere a sistema competenze scientifiche e capacità industriali uniche, consolidando un ruolo da protagonista nelle tecnologie che stanno plasmando la nuova economia globale. L’ingresso del Fondo di Intelligenza Artificiale e di ulteriori investitori internazionali rafforza ulteriormente questa traiettoria. “Siamo certi”, aggiunge Scortecci, “che questo team abbia il potenziale per rendere Generative Bionics un campione europeo e globale”.

Una storia che nasce vent’anni fa: dall’iCub a Generative Bionics

Generative Bionics eredita oltre due decenni di ricerca dell’Iit. È lo spin-off più grande mai realizzato dal mondo accademico europeo nel settore robotico. La società, fondata nel luglio 2024 da Daniele Pucci, Alessio Del Bue (chief artificial intelligence officer), Marco Maggiali (chief technology officer) e Andrea Pagnin (chief business officer), nasce con il supporto imprenditoriale di Davide Rota e Jeffrey Libshutz, che hanno contribuito alla definizione del modello di business e alla transizione dal laboratorio al mercato. Iit ha inoltre concesso licenze esclusive su tecnologie sviluppate internamente, comprese quelle nate insieme a Inail all’interno del programma Physical AI.

Il valore di questo percorso è sintetizzato dalle parole di Giorgio Metta, direttore scientifico dell’Iit: “Sono trascorsi vent’anni dal lancio del progetto iCub, che ha gettato le basi della nostra robotica umanoide. Generative Bionics rappresenta il culmine di questo lavoro: il trasferimento della scienza all’industria. È la dimostrazione che un sostegno costante alla ricerca italiana porta a risultati eccezionali”. Un’affermazione che testimonia non solo la solidità del percorso scientifico, ma anche l’importanza di un ecosistema capace di trasformare la ricerca in impresa.

Dal laboratorio alla fabbrica, passando per l’IA fisica

I robot di Generative Bionics si basano sulle piattaforme più avanzate create dall’IIT, a partire da iCub, il robot che ha rivoluzionato la ricerca cognitiva e l’interazione uomo-macchina, fino a ergoCub, l’umanoide sviluppato con INAIL per supportare i lavoratori nelle attività complesse o usuranti. La sfida ora è trasformare questa straordinaria esperienza scientifica in un prodotto industriale scalabile, capace di operare con affidabilità quotidiana nelle fabbriche, nei magazzini e nei contesti sanitari.

L’articolo Generative Bionics raccoglie 70 milioni per sviluppare la nuova generazione di umanoidi intelligenti made in Italy è tratto da Forbes Italia.

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