Non solo Gedi: la grande riallocazione del gruppo Agnelli-Elkann

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Exor, la holding di investimento della famiglia Agnelli-Elkann, ha deciso di vendere Gedi al gruppo greco Antenna, in un’operazione attesa nei primi mesi del 2026 e valutata circa 140 milioni di euro. Il passaggio di controllo riguarda non solo la Repubblica ma anche La Stampa, il quotidiano torinese legato da un secolo alla famiglia Agnelli, e chiude uno degli ultimi capitoli italiani della galassia Agnelli-Elkann.

La cessione è stata annunciata mentre John Elkann è al centro dell’attenzione giudiziaria per la vicenda legata all’eredità di famiglia, ma si inserisce soprattutto in una trasformazione più ampia: negli ultimi anni Exor ha progressivamente ridotto l’esposizione verso alcuni dei business storicamente più radicati in Italia, riallocando capitale e baricentro strategico verso un modello di holding globale.

I fatti chiave

  • La vendita segna l’uscita dall’editoria italiana, ultimo presidio simbolico della dimensione pubblica del gruppo Agnelli-Elkann e chiude un capitolo iniziato oltre un secolo fa con La Stampa.
  • Nel tempo il centro amministrativo e legale del gruppo si è spostato nei Paesi Bassi.
  • Dal 2019 Exor ha avviato una razionalizzazione degli asset storici: Magneti Marelli, PartnerRe, Comau, Ferrari e infine Iveco, ceduta a Tata Motors, con Iveco Defence Vehicles rimasta in Italia e passata a Leonardo.
  • Dal 2022 a oggi le cessioni hanno generato oltre 17 miliardi di euro, mentre gli investimenti, inferiori agli 8 miliardi, si sono concentrati su sanità, tecnologia e asset management.
  • Se il peso industriale dell’Italia diminuisce, il Paese resta centrale per le questioni fiscali e patrimoniali, incluse le vicende ereditarie e alcuni asset simbolici.

La strategia di vendita

La traiettoria che conduce alla vendita di Gedi prende forma dopo la morte di Gianni Agnelli nel 2003, quando John Elkann assume progressivamente la guida dell’impero di famiglia. Tra il 2008 e il 2011 diventa presidente e poi amministratore delegato di Exor, accompagnando la trasformazione del gruppo da dinastia industriale italiana a holding globale. È in questi anni che il fulcro societario comincia a spostarsi stabilmente all’estero, con Amsterdam come centro amministrativo e legale della galassia Agnelli-Elkann.

Intanto, prende avvio una strategia di cessioni mirata a liberare capitale e ridurre l’esposizione verso asset ritenuti non più centrali. Dopo la vendita di Magneti Marelli e di PartnerRe, nel 2024 Stellantis cede la maggioranza di Comau. Nel febbraio 2025 Exor vende il 4% di Ferrari incassando circa 3 miliardi di euro, mentre nell’estate dello stesso anno esce da Iveco, ceduta a Tata Motors per 3,8 miliardi. Iveco Defence Vehicles resta in Italia e passa a Leonardo, generando un maxi-dividendo straordinario per Exor e gli altri azionisti.

Gli investimenti

Sul fronte opposto, il capitale viene riallocato in modo più selettivo. Exor entra in Lifenet Healthcare, investe nel gruppo francese Institut Mérieux, rafforza la partecipazione in Philips e avvia a Londra Lingotto Investment Management. Oggi la holding dispone di circa 4 miliardi di euro di liquidità, in attesa della grande acquisizione annunciata da tempo. La vendita di Gedi si inserisce quindi come ultimo tassello di una riallocazione strutturale di capitale, rischio e orizzonte industriale.

Resta aperto anche il capitolo Juventus. John Elkann ha sempre escluso una cessione del club, ma le difficoltà sportive e finanziarie hanno portato a ripetuti aumenti di capitale e all’ingresso di nuovi soci. Tra questi Tether, che con l’11,5% ha ottenuto un rappresentante nel consiglio di amministrazione e, a dicembre, ha presentato un’offerta non sollecitata sul 65,4% della quota detenuta da Exor, valutando la Juventus circa 1,1 miliardi di euro.

Le vicende giudiziarie

Accanto alla trasformazione societaria, resta infine il nodo italiano legato alle vicende fiscali ed ereditarie. Il 15 dicembre il gip del tribunale di Torino ha disposto l’imputazione coatta di John Elkann nell’inchiesta sull’eredità di Marella Caracciolo, ordinando alla Procura di formulare i capi d’accusa nonostante la richiesta di archiviazione dei pm. Una vicenda separata dalla strategia industriale di Exor, ma che continua a rappresentare uno dei principali legami tra Elkann e l’Italia.

L’articolo Non solo Gedi: la grande riallocazione del gruppo Agnelli-Elkann è tratto da Forbes Italia.

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