L’Etna al femminile: Maugeri trasforma i terrazzamenti in eccellenza

Condividi

Sette ettari, 83 terrazzamenti e 2,8 km di muretti a secco: sono i numeri concreti della rinascita Maugeri sul versante di Milo, l’unica sottozona autorizzata all’Etna Bianco Superiore. Il progetto, riattivato dalla famiglia Maugeri, ha oggi una guida dichiaratamente femminile: Carla (con le sorelle Michela e Paola ed il padre Renato) ha trasformato un patrimonio agricolo difficile — pendenze, muri a secco, vigneti ad alberello — nella piattaforma di un’identità stilistica contemporanea, fondata su trasparenza, densità salina e verticalità. Dalla foresta di Milo al profilo ionico, tutto in azienda è costruito attorno al dialogo tra luce e ombra, aria di mare e respiro del bosco. 

Maugeri, vini che vanno oltre la “moda” dell’Etna

Per capire perché i vini Maugeri parlano così bene al presente, bisogna partire dalle scelte radicali che stanno alla base del progetto. Solo vitigni autoctoni: Carricante in purezza per i bianchi e Nerello Mascalese per il rosato. Vigneti fittissimi, piantati ad alberello a seimila ceppi per ettaro, che costringono le radici a cercare in profondità e producono grappoli di rara concentrazione. Coltivazione biologica e un lavoro in cantina calibrato al millimetro: fermentazioni in acciaio e tonneaux, lunghi riposi sulle fecce.

Lo stile è dichiaratamente low-makeup. Nessuna estrazione forzata: pressature dirette, criomacerazioni di poche ore, legni usati come strumenti, mai come scenografia. I vini nascono così con un alcol contenuto, una freschezza tesa e verticale, un profilo aromatico limpido. Non hanno bisogno di effetti speciali per convincere: si reggono da soli sulla materia, sulla salinità dei suoli vulcanici e sulla luce che filtra tra bosco e mare.

Emiliano Falsini: regia tecnica, stile contemporaneo

Il contributo dell’enologo Emiliano Falsini è leggibile nella pulizia esecutiva: fermentazioni miste (acciaio/legno) per dare peso tattile senza coprire il profilo vulcanico; nessuna malolattica sul Carricante; gestione puntuale delle fecce fini. È una mano “in sottrazione” che spinge la precisione, non l’effetto. 

Etna Bianco Superiore “Contrada Volpare”

Con circa 20mila bottiglie prodotte, l’Etna Bianco Superiore di Maugeri rappresenta il cuore e l’identità della cantina. Nasce da pressatura diretta e una breve criomacerazione di tre ore, con fermentazione e affinamento in prevalenza acciaio (90%) e un piccolo tocco di legno (10%), che aggiunge profondità senza snaturare la freschezza. Otto mesi di sosta sui lieviti donano compattezza e tensione, mantenendo l’alcol su un registro contenuto di 12,5%.

Nel bicchiere è la voce più autentica di Milo: agrumi netti, erbe di montagna, pietra bagnata. La trama è affilata ma non sottile, l’acidità scorre verticale e sostiene un corpo medio, croccante e vibrante. Il finale, lungo e agrumato, lascia in bocca la sensazione di un sorso limpido e salino, essenziale e diretto, quasi archetipico. Non a caso è il “benchmark” di casa, il vino che racconta meglio di ogni altro lo stile Maugeri.

Sul mercato si trova attorno ai 38–45 euro in Europa e fra 39 e 58 dollari negli Stati Uniti, un posizionamento che lo colloca nella fascia premium, ma ancora accessibile rispetto al carattere e all’intensità che esprime.

Etna Bianco Superiore “Frontebosco” (Contrada Volpare)

Il Frontebosco è il cru che meglio incarna il lato ombroso e silenzioso di Milo. Le viti crescono in un anfiteatro naturale a 700 metri, abbracciato dal bosco: l’esposizione a sud potrebbe far pensare a un vino più caldo, ma l’ombra e le correnti fresche che filtrano tra gli alberi rallentano la maturazione e regalano al bicchiere un’anima più profonda e fresca.

La vinificazione segue la stessa filosofia “low-makeup” della cantina, ma con un passo diverso: pressa diretta, criomacerazione di sei ore, affinamento per otto mesi sulle fecce in una proporzione invertita — 60% legno e 40% acciaio — per aggiungere materia e complessità tattile senza mai appesantire.

Il risultato è un bianco di stratificazione rara: il naso vibra di agrumi, erbe officinali e cenni balsamici; in bocca la trama è compatta, avvolgente, con acidità salina che scava in profondità e accompagna un corpo pieno ma teso. Il finale è lungo, con quella “profondità d’ombra” che lo distingue da qualunque altro Etna Bianco Superiore.

Con una produzione limitata a circa 6.600 bottiglie, è il vino della collezione Maugeri che più esplicitamente si colloca nella fascia super-premium, venduto a 50–53 euro in Italia ed Europa, mentre negli Stati Uniti sfiora spesso gli 80–90 dollari. Un posizionamento che riflette la sua esclusività e il carattere unico che porta nel calice.

Etna Bianco Superiore “Frontemare” (Contrada Praino)

Il Frontemare è il cru più raro di Maugeri: appena 3.300 bottiglie nate dalle vigne che guardano direttamente lo Ionio. Qui il mare non porta calore, ma luce: riflessi che amplificano la luminosità dei grappoli, come ama ricordare Carla — “è luce, non calore”. I suoli più sabbiosi e argillosi rispetto a Volpare aggiungono un tratto più solare e mediterraneo al profilo del vino, che sembra quasi respirare la brezza salmastra del litorale.

La vinificazione segue il canone della precisione: pressatura diretta, criomacerazione di tre ore, affinamento di otto mesi sulle fecce con un dosaggio tecnico di 70% legno e 30% acciaio. Una scelta che conferisce densità tattile, ma senza intaccare la linea tesa che resta la cifra stilistica della casa.

Nel bicchiere il Frontemare si distingue per la sua limpida luminosità aromatica: agrumi maturi, note iodate, un lampo di pietra focaia. In bocca il sorso è nitido, cesellato, con acidità dritta e un centro bocca ampio, mentre la chiusura salina prolunga la sensazione di freschezza e verticalità. È un vino più solare di Frontebosco, ma mai ridondante: resta sottile, scattante, marino.

Il posizionamento è coerente con la sua esclusività: 50–52 euro in Italia ed Europa, e fra 70 e 76 dollari negli Stati Uniti. Un prezzo che riflette non solo la scarsità delle bottiglie, ma anche l’unicità di un cru che interpreta l’Etna dal suo versante più luminoso.

Etna Rosato “Contrada Volpare” (Nerello Mascalese)

Il Rosato Volpare è forse l’etichetta più sorprendente della gamma Maugeri, perché dimostra quanto il Nerello Mascalese possa brillare anche fuori dal registro dei rossi classici. La produzione è contenuta, circa 4.500 bottiglie, tutte frutto di pressatura diretta e una brevissima criomacerazione, con affinamento equamente diviso tra acciaio e legno e una sosta di quattro mesi sui lieviti. Una scelta tecnica che dona consistenza e sfumature senza mai togliere freschezza.

Nel calice si presenta di un rosa cipria tenue, elegante e luminoso. Il naso è sfaccettato: erbe aromatiche, piccoli frutti rossi e una delicata speziatura bianca. Al sorso rivela subito la sua serietà: niente concessioni alla banalità dei rosati estivi, ma un vino dalla bocca salina, dinamica, sorretta da un’acidità vibrante e un corpo più strutturato di quanto il colore lasci immaginare. L’allungo finale è netto e persistente, con richiami marini che lo rendono tra i rosati etnei più complessi e affascinanti oggi in circolazione.

Il prezzo rimane sorprendentemente contenuto rispetto al livello qualitativo: intorno ai 28–30 euro in Europa, e tra i 29 e i 44 dollari negli Stati Uniti. Una soglia che lo rende non solo accessibile, ma anche una delle scelte più convincenti per chi voglia avvicinarsi al progetto Maugeri partendo da un vino di grande identità.

I punti forti di Maugeri

Maugeri non è semplicemente un progetto enologico ben riuscito: è un caso emblematico di come l’Etna possa essere raccontata oggi con coerenza, visione e coraggio. L’impronta femminile di Carla e della famiglia trasforma il paesaggio in un atto di governance, restituendo dignità ai terrazzamenti e al loro valore estetico-ambientale. È un lavoro che non resta confinato alla retorica del recupero, ma diventa sostanza nel bicchiere: vini che hanno verticalità, luce e profondità minerale come pochi altri.

Il posizionamento, volutamente premium, è in linea con la filosofia aziendale: poche bottiglie, grande intensità agronomica, nessun compromesso stilistico. È un prezzo che non compra solo il vino, ma la fatica di mantenere viva una viticoltura eroica, fatta di muri a secco e vigneti a 700 metri.

Ci sono, certo, margini di rischio: annate difficili possono esaltare la maturità del Frontemare o chiudere troppo i registri balsamici del Frontebosco. Ma sono rischi che parlano di autenticità e che rivelano quanto la mano di Emiliano Falsini sia centrale nel mantenere l’equilibrio.

In definitiva, Maugeri rappresenta una delle voci più convincenti della nuova Etna. Non cerca effetti speciali, non rincorre mode: pratica un’estetica low-makeup che lascia emergere la materia, la salinità e la luce del territorio. È questa onestà stilistica, unita alla visione di lungo periodo, che rende i vini non solo buoni da bere, ma culturalmente rilevanti.

 

L’articolo L’Etna al femminile: Maugeri trasforma i terrazzamenti in eccellenza è tratto da Forbes Italia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *