Arriva anche in Italia l’avvocato a tempo

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Il temporary legal staffing è un modello che permette alle aziende e agli studi legali di inserire avvocati esperti che lavorano “in house” su progetti specifici per periodi limitati, senza essere assunti in modo permanente. In Italia è una formula ancora nuova, ma nel mondo anglosassone è una realtà consolidata, a cui ricorre il 70% delle multinazionali americane, con un giro d’affari globale per il settore degli Alternative Legal Service Providers, che sfiora i 30 miliardi di dollari. Ce ne parlano Ian Tully (IT), avvocato con una lunga esperienza in Italia e all’estero, e la collega Alessandra Dal Bianco (ADB), che hanno creato SWOT Legal, la prima start up italiana specializzata nel temporary legal staffing per aziende e studi legali.

Che cos’è il temporary legal staffing?
IT. Il temporary legal staffing, o flexible legal staffing, prevede l’inserimento temporaneo di professionisti legali con diversi gradi di seniority direttamente all’interno di imprese e studi, per affiancare il team interno su esigenze circoscritte nel tempo. Gli incarichi durano mediamente da sei a dodici mesi, con possibilità di proroga, e sono pensati per coprire picchi di lavoro, operazioni straordinarie o progetti regolamentari complessi. A differenza della consulenza esterna tradizionale, l’avvocato on demand lavora fianco a fianco con le funzioni aziendali, partecipa alla vita interna e segue da vicino l’implementazione operativa delle decisioni. Allo stesso tempo, non entra nell’organico strutturale dell’azienda ma rimane legato contrattualmente alla società che eroga il servizio di temporary staffing.

Come funziona in pratica?
IT. Si parte dalla richiesta del cliente, che definisce area di attività, livello di esperienza richiesto e durata dell’intervento. La società di temporary legal staffing seleziona una rosa di candidati pre-valutati – nel caso di SWOT Legal gli affiliati sono più di 200 – organizza i colloqui e supporta il cliente nella scelta del profilo più idoneo. Il contratto viene stipulato tra il cliente e la società di temporary staffing, che si occupa di tutti gli aspetti amministrativi. L’avvocato selezionato dedicherà il proprio tempo in via esclusiva o prevalente al progetto affidato.

Quali sono i vantaggi per aziende e studi legali?
IT. Per le aziende, il principale beneficio è l’accesso rapido a competenze specialistiche di alto livello senza doversi assumere il costo fisso di una nuova risorsa interna. Mentre gli studi legali possono usare il temporary staffing per offrire ai propri clienti una soluzione alternativa al secondment, soprattutto quando non hanno risorse interne disponibili o quando il cliente richiede una presenza continuativa in azienda. Per i professionisti, poi, questo modello rappresenta un modo diverso per svolgere l’attività legale o per valorizzare un’esperienza pluriennale con incarichi flessibili, magari combinando periodi in azienda con l’attività accademica o consulenze digitali.

La differenza rispetto al secondment e alle consulenze esterne
ADB. Nel modello di secondment tradizionale, un professionista viene “prestato” al cliente da uno studio legale, continuando però a rispondere allo studio di origine e, a volta, dividendo il proprio tempo tra le due realtà. Con il temporary legal staffing, invece, il professionista è dedicato interamente al progetto del cliente e non deve conciliare l’attività con il contenzioso o con altri incarichi dello studio. Mentre, lato studio legale, non impoverisce il team professionale. Rispetto alla consulenza esterna classica, il temporary staffing consente una maggiore integrazione nei processi interni e un migliore controllo dei costi, perché l’impegno è definito ex ante e imputato a budget di progetto. Questo può risultare particolarmente vantaggioso nei casi in cui il lavoro legale è molto operativo e continuativo, come nella preparazione della documentazione per una due diligence o nella revisione sistematica dei contratti commerciali.

I profili più richiesti dalla contrattualistica alla compliance
ADB. I profili più richiesti sono avvocati d’impresa di esperienza media, specialisti di contrattualistica, regolamentazione dei servizi finanziari, privacy e compliance. Molto ricercate sono anche competenze settoriali verticali, ad esempio nei comparti energia, farmaceutico, moda, gaming e tecnologia, dove il quadro normativo evolve rapidamente. Molto spesso, il temporary legal staffing viene utilizzato per gestire due diligence e operazioni straordinarie, adeguamenti normativi complessi, riorganizzazioni interne, apertura di nuove sedi o lancio di nuovi prodotti regolamentati. È uno strumento cui fanno comunemente ricorso anche i fondi di private equity o le aziende che devono coprire assenze prolungate, come i congedi di maternità, o gli stessi studi legali, per rafforzare temporaneamente una specifica practice.

Come sta rispondendo il mercato italiano?
IT. Bene. Registriamo un’esigenza diffusa di risorse legali con questo livello di flessibilità. Tra i nostri clienti in Italia rinnoviamo primarie multinazionali italiane ed estere in diversi settori, tra cui il fashion, energia, assicurazioni, retail, tecnologia, industriale e mobility. In parallelo, abbiamo già cominciato a utilizzare avvocati Italiani per progetti in altri paesi europei, tra cui il Lussemburgo, per il settore bancario, Malta (gaming), Cipro (fintech) e Irlanda (energia rinnovabili). La domanda viene soprattutto da aziende medio‑grandi, realtà internazionali e operatori di private equity. La principale sfida è culturale: far conoscere questa opzione come strumento ordinario di gestione delle risorse legali, al pari di altre soluzioni di temporary management già diffuse nel mondo del business.

L’articolo Arriva anche in Italia l’avvocato a tempo è tratto da Forbes Italia.

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