La ricarica mobile come bisogno primario: l’intuizione di Mobbi

Condividi

Contenuto tratto dal numero di dicembre 2025 di Forbes Italia. Abbonati!

BRANDVOICE – PAID PROGRAM / Mobbi

Oltre 1.200 dispositivi in 800 location tra palestre, aeroporti, hotel e stabilimenti balneari. Mobbi ha trasformato l’energia mobile da servizio accessorio a infrastruttura urbana diffusa. Ora punta agli Emirati Arabi con un piano da 4,5 milioni di euro per diecimila installazioni entro il 2027.

Quando nel 2019 Junior Serge ha fondato Mobbi, il mercato della ricarica mobile in Italia era ancora frammentato, dominato da soluzioni poco integrate o pensate solo per eventi temporanei. L’intuizione era semplice, ma non banale: trasformare un bisogno primario – la ricarica – in un’infrastruttura stabile, accessibile e sostenibile. Oggi Mobbi è presente in oltre 800 location premium e conta più di 1.200 dispositivi attivi, installati in palestre, hotel, aeroporti, stabilimenti balneari e spazi pubblici ad alta frequentazione. L’obiettivo è portare la ricarica là dove serve, nel momento esatto in cui serve. I dispositivi Mobbi non richiedono app, abbonamenti o registrazioni: si pagano con Pos integrato e in cinque secondi si può noleggiare un powerbank fast o ultra fast.

È un servizio di prossimità che combina efficienza tecnica, design curato e semplicità d’uso. “Il nostro primo segreto è contro-intuitivo, ma semplice”, spiega Serge. “Pensiamo come un distributore di benzina. Non si vive del margine sul singolo litro, ma della massa e della capillarità. La ricarica è un bisogno primario: anche solo l’1% dei presenti in una location premium genera flussi che, su larga scala, diventano un motore potente”. Mobbi non vende ricariche, ma gestisce flussi. E li trasforma in valore industriale attraverso un modello economico chiaro e replicabile.

“Il secondo segreto”, continua Serge, “è aver trattato la brand identity come un asset industriale. Abbiamo eliminato ogni frizione: niente app, Pos integrato, cinque secondi per noleggiare. L’esperienza è pensata per essere desiderabile, curata nei materiali e coerente con i luoghi in cui viene ospitata. Ma soprattutto abbiamo puntato sulle prestazioni: fast charge fino al 2% al minuto e, da settembre, ultra fast vicino al 3%”.

La crescita di Mobbi è sostenuta da una logica industriale più che da un approccio tipicamente startup. I dispositivi sono progettati internamente, gestiti da remoto e pensati per richiedere una manutenzione minima. Questo riduce i costi operativi e consente una vera scalabilità. “Gli investitori ci scelgono perché apprezzano l’unit economics”, spiega Serge. “È chiaro, replicabile e con opex bassi. E la trazione è tangibile: alla fiera InOut di Rimini abbiamo chiuso in tre giorni accordi che valgono oltre mille nuove installazioni. Il test estivo a Ibiza ha mostrato un Roi vicino a un mese”. Il go-to-market, definito ‘people-first’, si basa su una rete di ambassador e gestori locali, con un sistema di incentivi che riconosce fino al 10% del fatturato ad agenti e sales manager. “Gli interessi sono allineati alla crescita di lungo periodo”, aggiunge.

La diffusione del servizio parte dal settore fitness. “Le palestre rappresentano l’ambiente ideale”, osserva Serge. “C’è un’alta rotazione di utenti, tempi frammentati e un bisogno costante di energia. Mobbi aumenta la frequenza d’uso dei servizi, rafforza il posizionamento lifestyle e genera visibilità in contesti contigui: hotel, aeroporti, retail premium. L’impatto è duplice: ricavi ricorrenti più robusti e un rafforzamento dell’immagine del brand”. Partnership come quelle con Virgin Active e FitActive (oltre 150 club in Italia) confermano la validità del modello. Ma la visione è più ampia: portare la ricarica in tutti i luoghi di passaggio, dal turismo al business travel.

Dal 2026 Mobbi avvierà un piano triennale negli Emirati Arabi Uniti, con l’obiettivo di 1.500 nuove installazioni l’anno. “Gli Emirati sono un laboratorio naturale per la smart hospitality”, spiega Serge. “Infrastrutture eccellenti, turismo globale, cultura dell’innovazione. Vogliamo diventare un’infrastruttura urbana discreta ma indispensabile, partendo da hotel, centri commerciali, aeroporti, beach club e palestre. Portiamo un modello già validato in Italia, adattato a pagamenti e regole locali, con aspettative di utilizzo e Roi alte grazie alla densità dei flussi”.

È un’espansione ambiziosa, sostenuta da un piano d’investimento da 4,5 milioni di euro. Le risorse saranno destinate a quattro aree: produzione e supply chain (per raggiungere i diecimila dispositivi entro il 2027), ricerca e sviluppo hardware e software, espansione internazionale e comunicazione.

Nel 2026 debutterà anche Mobbi Vision, la concessionaria pubblicitaria integrata nei totem. “L’idea è di misurare le conversioni fisiche con la precisione del digitale”, aggiunge Serge. “Per i partner significa un nuovo flusso di ricavi basato su campagne contestuali e pianificazione data-driven. In pratica, uniamo la funzionalità della ricarica con la misurabilità dell’advertising”. Mobbi Vision punta a trasformare ogni punto di ricarica in un canale di comunicazione capace di generare insight reali, collegando i dati di utilizzo con i comportamenti fisici degli utenti. Un progetto che rende tangibile la convergenza tra tecnologia, design e marketing esperienziale.

Oggi Mobbi è presente in località balneari, palestre e catene alberghiere, e ha appena avviato il primo punto in un aeroporto internazionale, il Vincenzo Florio di Trapani-Birgi. In estate, i noleggi superano il 10% della capienza media dei lidi. Le prossime tappe includono Ibiza, la Costa Azzurra e un piano da 1.500 nuove spiagge italiane. Per Serge, però, il traguardo non è numerico. “Immagino città in cui ricaricare sia un gesto naturale, come prendere un caffè”, dice. “Servizi capillari, rapidi, integrati nei luoghi che frequentiamo ogni giorno. La tecnologia deve sparire dietro l’esperienza. Il nostro obiettivo è togliere l’ansia da batteria e alzare gli standard degli spazi pubblici. La tecnologia fa il suo dovere, le persone fanno il resto: per questo condividiamo valore lungo la filiera”.

Alla fine della conversazione, Serge riassume così la filosofia dell’azienda: “Non distribuiamo solo powerbank, ma tempo e continuità. La batteria è solo il punto di contatto tra persone, luoghi e momenti della giornata. Ed è lì che nasce il valore di Mobbi”.

L’articolo La ricarica mobile come bisogno primario: l’intuizione di Mobbi è tratto da Forbes Italia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *